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Domotica e building automation non sono sinonimi

Due facce della stessa medaglia, la building automation e la domotica, per creare edifici più vivibili e sostenibili.

L’edilizia è tra i settori che più beneficeranno della digital transformation e dello sviluppo delle ICT in ottica IoT (Internet of Things). Il building information modeling permetterà di costruire e riqualificare edifici intelligenti e sostenibili durante tutto il loro ciclo di vita. Mentre la domotica e la building automation ne miglioreranno la vivibilità e l’efficienza energetica. Queste ultime vengono spesso, ma erroneamente, utilizzate come sinonimi. In realtà operano a diversi livelli, risultando perfettamente complementari. Ecco come.

Cos’è la domotica

La domotica, come la building automation, nasce dal fortunato incontro tra ICT ed elettronica con l’obiettivo di rendere smart un ambiente domestico. Concretamente, si tratta del sistema che permette di controllare da remoto e in modo automatizzato apparecchi, dispositivi e impianti per ottimizzare il comfort di casa. L’aspetto chiave della domotica non è tanto l’impiego di singole tecnologie all’avanguardia, ma la possibilità di metterle in comunicazione tra loro. Si crea così un ecosistema tecnologico integrato controllabile tramite smartphone, con un’intelligenza tale da poter soddisfare in modo sempre più preciso le esigenze degli abitanti.

Ogni casa possiede una propria routine giornaliera, stagionale, annuale. Le tecnologie di oggi sono in grado di raccogliere e analizzare dati su di esse sviluppando una vera e propria intelligenza. Imparano cioè a reagire a determinate condizioni ambientali esterne o interne regolandosi di conseguenza. Da qui deriva la possibilità di automatizzare le funzionalità degli apparecchi e degli impianti domestici, che va ben oltre la capacità del sistema HVAC di regolare autonomamente la temperatura.

Secondo un report del Centro Studi TIM oggi il mercato della domotica vale oltre 566 milioni di euro solo in Italia e 68 miliardi di euro nel mondo, nonostante il crollo subito nei mesi di lockdown. Ma la diffusione della banda ultra larga, del 5G e di una maggiore consapevolezza e cultura digitale faranno sì che il valore raggiunga entro il 2023 rispettivamente il miliardo di euro e i 110 miliardi.

Qualche esempio di applicazione

Tutto è iniziato dagli smart speaker, che dominano ancora il mercato. L’idea di poter semplicemente ordinare alle luci di accendersi o alle persiane di chiudersi ha convinto tanti ad affidarsi a soluzioni tecnologiche per governare casa. Eppure la domotica ha ormai raggiunto livelli decisamente più elevati. Non esistono elettrodomestici in cucina e non solo che non possano essere programmati e monitorati da remoto. E lo stesso vale per gli impianti, i cui consumi possono essere tenuti più facilmente sotto controllo grazie ai termostati domotici. Sensori ambientali e di presenza fanno sì che il sistema HVAC si autoregoli e le telecamere intelligenti aumentano la sicurezza, inviando avvisi in tempo reale.

Building automation: la domotica degli edifici

Se la domotica automatizza l’ambiente domestico dando vita a una smart home, la building automation allarga il suo campo di applicazione a interi edifici, generando degli smart buildings. Per questo è ideale per edifici pubblici o privati non residenziali: uffici, ospedali, aeroporti, centri commerciali… La building automation, infatti, serve a monitorare e controllare i sistemi elettrici e meccanici in modo interconnesso e centralizzato da un’unica piattaforma. Gli obiettivi sono simili a quelli della domotica – ottimizzazione dei consumi e dei costi, aumento della sicurezza e del comfort dell’immobile – ma investono l’intero edificio, gettando le basi per la smart city.

Inoltre, si allargano i beneficiari della trasformazione tecnologica dell’edificio. Gli investitori guadagneranno sull’incremento di valore dell’immobile derivante dalla sua digitalizzazione e dall’aumento della sua sostenibilità, oltre a risparmiare sui consumi. Gli specialisti che dovranno intervenire sugli impianti per la manutenzione ordinaria o per riparare i guasti saranno facilitati dalla possibilità di conoscere facilmente tutto ciò che c’è da sapere a partire dal pannello di controllo e dal software di analisi dei dati.

Come funziona?

Un sistema di building automation non può prescindere da una parte hardware, costituita da sensori, attuatori, controller, quadri elettrici, reti radio e via cavo, e da una parte software utile a gestire propriamente gli impianti. I sensori rilevano i dati utili a impostare il loro corretto funzionamento, dalla qualità dell’aria alla temperatura e all’umidità, dalla presenza di individui in una stanza alla sua luminosità.

I dati raccolti vengono inviati al controller, che registra i valori misurati dei sensori e li confronta con i valori target specificati. Dal controller è possibile attivare elettricamente, pneumaticamente o idraulicamente attuatori che compiono l’azione richiesta: l’apertura di un rubinetto o di una finestra, l’abbassamento della temperatura, l’avviamento del ricircolo d’aria… Nei sistemi più moderni controller e attuatori sono dotati di un’intelligenza tale da svolgere alcune funzioni in modo indipendente, attivandosi in presenza di determinati parametri. Se il controller rileva uno scostamento dai valori target, si comporta come programmato.

Un software può inoltre documentare, valutare e confrontare i dati, migliorando i consumi energetici e la sicurezza operativa. Come nel caso della domotica, se il software di building automation è connesso ad altri sistemi e utilizza l’apprendimento automatico o altre forme di intelligenza artificiale, può ottimizzare autonomamente se stesso e l’intero sistema.

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