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Bonus acqua potabile: cosa prevede e come ottenerlo

Bonus acqua potabile: cosa prevede e come ottenerlo

Grazie al Bonus acqua potabile è possibile installare filtri e depuratori per l’acqua in casa diminuendo il consumo di plastica.

Un gesto quotidiano salutare come bere un bicchiere d’acqua può rappresentare una minaccia per il pianeta. Basta pensare alla quantità di plastica utilizzata per produrre le bottiglie in cui l’acqua è comunemente venduta. Secondo il WWF, infatti, il Mediterraneo è invaso da 570 mila tonnellate di plastica l’anno, l’equivalente di 3.800 bottigliette di plastica al minuto. Senza contare l’inquinamento prodotto dal trasporto di queste ultime dai produttori alla GDO. Tuttavia, in molte aree del mondo, dell’Europa e dell’Italia le persone non hanno ancora accesso all’acqua potabile dai rubinetti di casa. Mentre gli stati dell’UE recepiscono la Drinking Water Directive, perciò, nel nostro paese è disponibile anche il Bonus acqua potabile, per l’installazione di depuratori d’acqua e filtri che rendano potabile ed equilibrata l’acqua in casa.

Cos’è il Bonus acqua potabile

La misura di contrasto più efficace all’utilizzo di bottiglie e bottigliette in PET è il consumo dell’acqua del rubinetto per bere, cucinare e lavare gli alimenti, naturalmente anche in questo caso con l’attenzione di evitare gli sprechi. L’acqua italiana presenta infatti una qualità elevata anche rispetto agli alti standard europei, è a km 0 ed è sempre disponibile. Per eliminare qualunque traccia di inquinante, basta installare un filtro o un depuratore, approfittando del Bonus acqua potabile.

Il Bonus è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2021 per le spese sostenute dal 1° gennaio del 2021 al 31 dicembre del 2022 ed è stato prorogato, nell’ambito della Legge di Bilancio 2022, per tutto il 2023. È valido nello specifico per l’acquisto e l’installazione di filtri, sistemi di mineralizzazione, raffreddamento oppure addizione di anidride carbonica alimentare E290. Il suo obiettivo è di migliorare la qualità delle acque destinate al consumo umano erogate dagli acquedotti.

Come ottenere il Bonus acqua potabile

Il Bonus viene erogato sottoforma di credito d’imposta ed è destinato a tutti. Non solo soggetti privati, imprese e professionisti, ma anche soggetti non commerciali, come gli enti del terzo settore, ed enti religiosi. Per ottenerlo è fondamentale aver completato un pagamento tracciabile per l’acquisto e l’installazione delle tecnologie in questione. Allo stesso modo sono necessari la fattura elettronica oppure un documento commerciale che rechi il codice fiscale del soggetto che richiede il credito. La richiesta si completa inviando per via telematica all’Agenzia delle Entrate, nell’anno successivo a quello in cui si è sostenuta la spesa, un modello di comunicazione compilato.

Il credito potrà essere utilizzato come compensazione in F24 oppure nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno della spesa e negli anni seguenti fino all’esaurimento del bonus. Fino al 28 febbraio è possibile comunicare le spese sostenute nel 2022, mentre quelle sostenute nel 2023 andranno comunicate nei primi mesi del 2024.

Rimborsato fino al 50% delle spese

Il Bonus acqua potabile dà diritto a un rimborso del 50% delle spese sostenute nell’anno precedente per l’acquisto delle tecnologie ammesse. Il tetto massimo è di 1000 euro per le persone e di 5000 per gli esercizi pubblici e commerciali, fino a 5 milioni di euro totali per il 2022 e 1,5 milioni per il 2023. Il credito che spetta ai beneficiari è fissato dall’Agenzia dell’Entrate in base al numero di richieste pervenute. Bisogna inoltre considerare che l’acquisto di questi sistemi elimina la necessità di acquistare acqua in bottiglia, garantendo perciò un ulteriore risparmio a lungo termine.

La Drinking Water Directive

Il Bonus acqua potabile facilita il miglioramento della qualità dell’acqua in casa, ma lo stesso obiettivo è al centro degli sforzi dell’UE. Grazie alla direttiva sull’acqua potabile trasposta nelle legislazioni nazionali dall’inizio del 2023, infatti, l’UE potrà garantire uno degli standard più elevati al mondo per l’acqua potabile, in linea con l’ambizione di inquinamento zero annunciata nel Green Deal europeo. Alla base della Drinking Water Directive c’è un’iniziativa di successo dei cittadini, Right2Water. Il progetto ha raccolto 1,6 milioni di firme proprio a sostegno del miglioramento dell’accesso all’acqua potabile per tutti gli Europei.

La direttiva è entrata in vigore a gennaio 2021 ed entro il 12 gennaio 2023 gli Stati membri hanno dovuto recepirla nel diritto nazionale. Si applica a tutta l’acqua destinata all’uso potabile, alla cottura, alla preparazione dei cibi o ad altri usi domestici in locali pubblici e privati, indipendentemente dalla sua provenienza (rete di distribuzione, autocisterna o bottiglia), e all’acqua utilizzata in qualsiasi azienda alimentare.

Alla base c’è naturalmente la volontà di Il proteggere la salute dei cittadini migliorando la qualità e la pulizia dell’acqua del rubinetto. Ciò significa eliminare gli inquinanti pericolosi, come gli interferenti endocrini e le microplastiche. Si tratta di un approccio preventivo, che favorisca le azioni di riduzione dell’inquinamento alla fonte. Inoltre, la direttiva prevede misure per garantire un migliore accesso all’acqua in particolare per i gruppi vulnerabili ed emarginati e per diminuire le grandi perdite che oggi si verificano lungo la rete di distribuzione. E infine misure per promuovere l’acqua del rubinetto, anche negli spazi pubblici e nei ristoranti, e per ridurre il consumo di bottiglie di plastica.

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