Le Comunità Energetiche Rinnovabili in Italia aumentano dell’89%, forti di incentivi europei e una maggiore consapevolezza dei cittadini.
La data ultima per la presentazione delle domande di accesso ai fondi PNRR dedicati alle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) è stata posticipata al 30 novembre 2025. L’ha annunciato il ministro dell’ambiente Pichetto Fratin all’edizione 2025 di KEY, la fiera della transizione energetica, anticipando anche che aumenterà il numero di beneficiari, da 5000 a 30000 abitanti. La scelta riconosce l’importanza delle CER nella transizione energetica verso un futuro elettrico e rinnovabile, ma anche decentralizzato e partecipativo.
Cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili?
Secondo il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), una CER è un soggetto giuridico i cui membri possono essere cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, tra gli altri, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti a fonte rinnovabile. Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono cioè associazioni di cittadini, imprese, enti locali o altre organizzazioni che si uniscono per produrre, consumare e gestire collettivamente energia da fonti rinnovabili. Queste comunità si basano su principi di condivisione, collaborazione e sostenibilità, permettendo ai membri di beneficiare direttamente dell’energia prodotta localmente e in modo decentrato, un modello opposto rispetto a quello tradizionale basato sul ruolo delle centrali elettriche.
Le CER svolgono un ruolo cruciale nel processo di transizione energetica per diversi motivi:
- decentralizzazione della produzione energetica: promuovendo la generazione distribuita di energia, le CER riducono la dipendenza dalle grandi centrali elettriche e dalle fonti fossili, favorendo l’autosufficienza energetica delle comunità locali.
- Riduzione delle emissioni di CO₂: utilizzando fonti rinnovabili come il sole e il vento, le CER contribuiscono significativamente alla diminuzione delle emissioni di gas serra, in linea con gli obiettivi climatici nazionali e internazionali.
- Benefici economici locali: Le comunità possono ottenere risparmi sulle bollette energetiche e generare entrate attraverso la vendita dell’energia in eccesso alla rete.
- Partecipazione attiva dei cittadini: Le CER incentivano la partecipazione dei cittadini nella gestione dell’energia, aumentando la consapevolezza e l’impegno verso pratiche sostenibili.
Diffusione delle CER in Italia
In Italia, l’interesse verso le Comunità Energetiche Rinnovabili è in costante crescita. Secondo l’Electricity Market Report 2024, sono 168 le realtà attive nel primo semestre del 2024, tra comunità energetiche e iniziative di autoconsumo collettivo, con un aumento dell’89% rispetto al 2023. Le regioni più attive in questo ambito sono Piemonte, Lazio, Sicilia e Lombardia, che ospitano quasi la metà di queste iniziative. Sul portale dell’RSE è disponibile una mappa interattiva che le riporta.
La maggior parte delle comunità energetiche rinnovabili è un’associazione o ha comunque una struttura societaria semplice. La loro potenza media è di 60 kW, contro i 55 kW del 2023, e quasi tutte (87,4%) sono basate su impianti solari fotovoltaici, seguiti dall’idroelettrico (6%) e dall’eolico (3%).
Tuttavia, nonostante la crescita significativa, l’impatto delle CER sul sistema energetico nazionale rimane limitato, principalmente a causa delle dimensioni relativamente piccole della maggior parte delle comunità e delle sfide legate alla sostenibilità economica.
Sfide e opportunità per le CER in Italia
Per affermarsi, le CER devono affrontare ancora diverse sfide, tra cui:
- sostenibilità economica: garantire che le comunità siano economicamente sostenibili è fondamentale per il loro successo a lungo termine.
- burocrazia e normative: navigare tra le complesse normative e procedure burocratiche può rappresentare un ostacolo significativo per la costituzione e l’operatività delle CER.
- consapevolezza e coinvolgimento: aumentare la consapevolezza e l’interesse dei cittadini è essenziale per promuovere la partecipazione alle CER.
- accumulo e gestione: mancano ancora soluzioni per l’accumulo energetico e per una gestione della domanda che sia flessibile
Nonostante queste sfide, le opportunità offerte dalle CER sono notevoli. Esse rappresentano infatti un modello innovativo per la produzione e il consumo di energia, promuovendo la sostenibilità ambientale, l’inclusione sociale e lo sviluppo economico locale. Inoltre, le recenti normative e incentivi stanno creando un contesto più favorevole per la loro diffusione.
L’Europa sostiene le CER?
Gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra fissati dall’Unione Europea con il Fit-for-55 (2021) impongono una diminuzione del 55% entro il 2030. Per rispettarli gli stati membri possono sviluppare i propri piani nazionali: è il caso del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), che, tra gli altri target, punta ad arrivare al 65% dei consumi elettrici coperti da fonti rinnovabili.
In questo campo saranno sempre più centrali le comunità energetiche rinnovabili, incentivate da un contributo a fondo perduto del 40% relativo ai costi degli impianti e a una tariffa incentivante della durata di vent’anni sull’energia prodotta e condivisa. Il supporto finanziario è dato dal PNRR.
Il sostegno alle CER è sancito nel Clean Energy Package adottato a livello europeo tra il 2018 e il 2019. Questo pacchetto legislativo introduce definizioni e diritti per le comunità energetiche, incoraggiando la partecipazione attiva dei cittadini nel mercato energetico. In particolare, la Direttiva sulle Energie Rinnovabili (RED II) obbliga gli Stati membri a creare un quadro favorevole per le CER, garantendo che possano operare su un piano di parità con altri attori del mercato energetico.