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Coibentare tetto esistente: ecco come fare

Coibentare tetto esistente: ecco come fare

Coibentare un tetto esistente è importante per risparmiare energia e aumentare il comfort ambientale in casa.

Se l’edificio in cui abiti è stato costruito nel secolo scorso e non è mai stato ristrutturato, potrebbe non essere isolato correttamente. Coibentare il tetto di un edificio esistente non è soltanto un modo per renderlo più confortevole in ogni stagione, ma anche un’azione fondamentale nell’ottica della transizione energetica dell’edilizia già costruita, nell’ambito della Renovation Wave predicata dall’Europa.

Perché coibentare il tetto?

L’isolamento termico o coibentazione aiuta a mantenere una temperatura ottimale in casa tutto l’anno. La protegge dal freddo in inverno e dal caldo in estate, ma riduce anche le dispersioni di aria prodotta dai sistemi di condizionamento. L’isolamento elimina infatti i cosiddetti ponti termici, quelle sezioni dell’involucro in cui interno ed esterno comunicano più direttamente: infissi di bassa qualità, crepe, tegole mal poste o altre falle in corrispondenza di collegamenti tra strutture, componenti o materiali diversi. Una casa ben isolata è perciò molto più efficiente dal punto di vista energetico, perché avrà bisogno di pochissimo riscaldamento e raffreddamento. La coibentazione è utile inoltre ridurre l’inquinamento acustico, un vantaggio aggiuntivo utile soprattutto per chi vive in aree trafficate o particolarmente rumorose.

L’energia e il denaro risparmiati isolando l’involucro edilizio dipendono da diversi fattori, come il tipo di isolamento, l’estensione, le dimensioni dell’abitazione e la sua età. Di solito le case moderne sono costruite secondo ottimi standard di isolamento, ma l’edilizia italiana è obsoleta ed è stata costruita in gran parte prima degli anni ’90. Dovrà perciò essere ristrutturata per promuoverne una riqualificazione energetica, proprio a partire dall’isolamento termico dell’involucro edilizio.

È possibile coibentare qualunque superficie in casa: tetto, pavimenti, pareti, finestre e porte. Il tetto è tra le parti della casa che generano più dispersione perché è costituito da tanti elementi saldati tra loro che potrebbero dare origine a ponti termici. Non è un caso che gli ambienti direttamente comunicanti con il tetto siano, a seconda della stagione, i più caldi o i più freddi dell’edificio. A maggior ragione i sottotetti, che, in presenza di un buon isolamento del tetto, potrebbero iniziare a essere utilizzati come deposito o, se abitabili, come camere da letto, studi o zone relax aggiuntive.

Il tetto è adatto alla coibentazione?

Prima di procedere con la coibentazione, bisogna assicurarsi che il tetto sia adatto all’isolamento e prendere tutte le misure necessaria a eliminare gli ostacoli. Perché il tetto possa essere coibentato, il sottotetto deve essere ventilato, perché non si formi condensa dannosa per la struttura dell’edificio e per la salute di chi lo abita. Comunque si installi l’isolamento, dunque, bisognerà lasciare spazi per prese d’aria.

È poi necessario controllare la struttura del tetto e del sottotetto assicurandosi che la parte inferiore delle travi e dei travetti sia priva di umidità e marciume. Eventuali problemi strutturali devono infatti essere corretti prima dell’isolamento. Bisogna poi controllare che non ci siano animali, che siano insetti, topi, pipistrelli o volatili. Inoltre, il sottotetto e il tetto devono essere pienamente accessibili, il che significa pulire il pavimento e le travi ed eliminare qualunque ingombro.

Come coibentare un tetto esistente?

Preparato il terreno per la coibentazione, è il momento di scegliere la giusta soluzione in base al proprio tetto. Per coibentare un tetto esistono infatti diverse opzioni a seconda della tipologia del tetto stesso – a falde o piano? –, dell’edificio, della sua destinazione e della sua posizione. È inoltre possibile scegliere, a seconda dei casi, un isolamento esterno a cappotto oppure un isolamento interno. Per quanto riguarda i materiali, in genere si sceglie tra sughero, fibra di legno, fibra di cellulosa, poliuretano espanso, lana di roccia o lana di vetro.

L’isolamento del tetto può essere un’alternativa più definitiva all’isolamento del sottotetto, con il vantaggio di offrire un ulteriore spazio – il sottotetto – con una temperatura piacevole.

Coibentare un tetto a falde

Per i tetti a falde si può optare per l’installazione di uno strato isolante sotto la copertura del tetto ma sopra la sua struttura. Un intervento complesso a livello di materiali, posa e cantiere, che prevede la rimozione e poi la reinstallazione della finitura e di uno strato impermeabilizzante. Procedendo dall’interno, invece, l’isolamento avviene tramite fissaggio o incollaggio di uno strato isolante sulle falde, eventualmente schermato da un controsoffitto.

Coibentare un tetto piano

I tetti piani sono meno diffusi e possono ugualmente essere isolati dall’interno o dall’esterno. L’isolamento esterno viene condotto posizionando lo strato isolante sopra o sotto quello impermeabilizzante. Nel primo caso si parla di tetto rovescio, nel secondo di tetto caldo. Il tetto caldo prevede perciò anche il rifacimento dello strato impermeabilizzante, mentre il tetto rovescio è ideale quando quest’ultimo è in buono stato e può essere conservato. Coibentare un tetto piano dall’interno significa invece dotarlo di un controsoffitto che contiene uno strato isolante. Nel caso di un locale abitabile, è importante assicurarsi di conservare comunque l’altezza minima.

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