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La crisi abitativa e la transizione ecologica del costruito trovano una soluzione nelle nuove forme di co living di MVRDV.

Nuove forme di co living per la bioedilizia

La crisi abitativa e la transizione ecologica del costruito trovano una soluzione nelle nuove forme di co living di MVRDV.

Il settore immobiliare ha un disperato bisogno di un pensiero innovativo, in risposta alla crisi abitativa e alla necessità di una transizione ecologica del costruito. Diversi studi di architettura stanno ideando soluzioni alternative, ribaltando non soltanto il concetto di edificio ma anche quello di pianificazione urbana. Tra questi, MVRDV, che ha pubblicato uno studio sul design del co living in cui ricerca e cataloga varie tipologie di spazi collettivi.

Il modello del co living

Creato in collaborazione con lo sviluppatore HUB e l’investitore Bridges Fund Management, lo studio propone nuove soluzioni che riflettono gli atteggiamenti sociali di condivisione, comunità, flessibilità, mobilità sostenibile e smart working. Rispondono perciò ai problemi del cambiamento climatico, alla mancanza di accessibilità e alla cattiva gestione degli spazi comuni. Queste idee ampliano perciò le opzioni a disposizione di architetti e costruttori di progetti di co living, suggerendo nuovi sviluppi per edifici e spazi riconvertiti.

Finora infatti le risposte alle sfide dell’edilizia contemporanea hanno prodotto alloggi che ricreano ostinatamente lo status quo. Non hanno corretto il deficit, né creato case a prezzi accessibili, né affrontato il bisogno di comunità o alleviato la solitudine. Considerando i profondi e simultanei cambiamenti demografici, degli atteggiamenti sociali e dei modi in cui lavoriamo, ci rilassiamo e viaggiamo, MVRDV si è chiesto: «cosa accadrebbe se alle parti interessate fosse fornito un catalogo di idee in cui si potesse rispondere a molti, se non a tutti, questi problemi?».

Sono sempre di più le conversioni degli edifici a spazi di co living. Al centro del modello c’è l’idea di offrire spazi comuni e strutture condivise che forniscano più attrezzature e servizi di quelli normalmente disponibili in una casa individuale e che possano creare più opportunità per residenti e visitatori di incontrarsi, intessere relazioni e costruire comunità.

«Questo studio evidenzia l’enorme numero di vantaggi che il co living può offrire se progettato nel modo giusto – ha dichiarato l’AD di HUB Damien Sharkey. Sebbene sia vista come una tipologia emergente in alcuni mercati, la vita in comune è esistita in forme diverse nel corso della storia. Ciò a cui stiamo guardando ora è il suo ruolo nel contesto moderno delle città e la definizione delle migliori pratiche in termini di progettazione e consegna». La nuova generazione di co living offrirà quindi «uno stile di vita a basso impatto, sostenibile e incentrato sulla comunità in case di alta qualità e ben posizionate».

Gli spazi collettivi di MVRDV

Lo studio è vincolato dal concetto di “spaziosità sociale”, che introduce i residenti ai vicini aumentando le possibilità di incontri accidentali, lo studio offre esempi di co living sia per adattare edifici e spazi esistenti sia per sviluppare strutture nuove, sostenibili e resilienti. Le 15 tipologie presentate comprendono una selezione di diverse disposizioni, basate su volumi ripetitivi per garantire facilità e convenienza di costruzione. Ciascuno inoltre supporta un’ampia gamma di planimetrie, che in genere terminano sempre con un green roof per il gioco, il relax o la coltivazione.

Tra i modelli di co living ci sono: un “villaggio accatastato” in cui ogni piano possiede un carattere distinto che risulta in un villaggio verticale; un “cuore vibrante”, in cui è garantita l’accessibilità a un’area condivisa da ogni livello residenziale e gli spazi comuni si infittiscono al centro; il “riutilizzo di un ufficio”, che converte gli uffici in abitazioni e aggiunge un giardino che attiri insetti e uccelli sul tetto ed elementi divertenti che alleggeriscano la vita in comunità, come un grande scivolo; un “nastro collettivo” in cui gli spazi comuni tramano il complesso e sono connessi tra loro come un nastro.

Tutti i corridoi all’interno di queste tipologie diventano le “strade” dell’edificio, creando nuove funzioni per spazi che prima erano spesso inutilizzati. Esistono corridoi con spazi dedicati allo sport, alle biblioteche, alle vetrine commerciali, altri ricchi di piante e fiori o dipinti dai residenti stessi, altri ancora riutilizzati come magazzini.

Le nuove esigenze del settore abitativo

Questo approccio è fondamentale per affrontare contemporaneamente la crisi abitativa e la crisi climatica. La trasformazione degli edifici rilascia infatti significativamente meno carbonio rispetto alla demolizione e alla ricostruzione di una struttura. Lo spazio per nuovi insediamenti abitativi è scarso nelle aree urbane. I tetti piani forniscono perciò ulteriore capacità e gli appezzamenti abbandonati o dalla forma strana ricevono nuova vita.

La società sta cambiando profondamente e le aree urbane vedono un aumento delle famiglie single, della solitudine e della mancanza di comunità. I progetti di co living sono perciò esempi di una rinnovata vivacità per i loro quartieri e le loro città e invitano il pubblico a entrare, senza escluderlo. Lo sostiene Winy Maas, socio fondatore di MVRDV.

È vicino un futuro in cui le città saranno minacciate dagli effetti dei cambiamenti climatici, rese inospitali dal caldo o soggette a inondazioni. Questi rischi si trasformano nell’opportunità di ripensare il nostro modo di vivere in città. Dalle città agricole verticali alle torri autarchiche, dalle torri della biodiversità alle città verticali che ribaltano il concetto orizzontale esistente. Le sfide che le città di domani dovranno affrontare diventano l’innesco per il progresso dell’edilizia.

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