Riutilizzare oggetti, materiali e persino strutture architettoniche si può e si deve. Il settore dell’edilizia, tra gli altri, è un ottimo destinatario di grandi quantità di rifiuti altrimenti complessi da smaltire.
Se desideriamo continuare a vivere in armonia con l’ambiente e con gli altri non abbiamo scelta, dobbiamo mettere in moto l’economia circolare. Dentro e fuori casa, nella quotidianità e su larga scala, in tutti i settori. Se ne è parlato tanto negli ultimi mesi grazie alle due ricorrenze della Giornata dei Riciclo dei rifiuti (18 marzo) e della Giornata della Terra (22 aprile). Su un Pianeta caratterizzato da ecosistemi interconnessi e da processi circolari, non possiamo continuare a ragionare a “compartimenti stagni” e con la logica dell’“usa e getta”. Innanzitutto, dobbiamo cambiare la nostra forma mentis nei confronti dei rifiuti: non bisogna liberarsene velocemente ma, al contrario, devono diventare una risorsa a tutti gli effetti.
Ogni anno ricorre sempre prima l’Earth Overshoot Day, il giorno in cui consumiamo tutte le risorse del Pianeta disponibili per l’anno corrente. Il 2019 è stato l’anno peggiore da questo punto di vista, con il giorno in questione giunto il 29 luglio. Nel 2020 abbiamo guadagnato un mese, ma soltanto a causa della pandemia. Per invertire la tendenza non possiamo fare altro che consumare meno e riciclare di più. È il caso di dire che il riuso, ancora troppo spesso considerato espressione di un eccessivo virtuosismo, quando non di eccentricità o “taccagneria”, salverà il mondo.
Due Silo City in nome del riciclo sostenibile
C’è addirittura chi riutilizza un vecchio granaio ricavandoci una mini-casa. L’ha fatto nel 2013 a Berlino l’architetto olandese e campione del riuso Jan Körbes con l’aiuto del collega Denis Oudendijk, non solo come divertissement creativo, ma per viverci davvero insieme alla figlia. La struttura mobile oggi è situata al ZK-U Centro d’Arte e Urbanistica, pronta per conoscere il suo prossimo utilizzo.
14 metri quadri ricavati dalla superficie già presente e da un piano aggiunto, realizzato con sughero (il pavimento) e lastre fotografiche (il soffitto). Oltre a essere interamente basata sul riciclo dei rifiuti, la casa-silo è anche un vero e proprio esperimento di conversione energetica, con consumi ridotti al minimo indispensabile:
- Il lucernario e le finestre illuminano gli ambienti di luce naturale
- Il riscaldamento è garantito da una stufa a legna alimentato solo con legno di recupero
- La vasca da bagno è riscaldata dagli infrarossi
- Una batteria per auto stiva l’energia solare
- Un serbatoio conserva l’acqua piovana permettendo di riutilizzarla in estate per raffreddare le pareti del silo e dunque l’ambiente interno
Dall’altra parte del mondo, a Buffalo (USA), esiste una vera e propria Silo City votata alla sostenibilità. I granai, questa volta di dimensioni più consistenti, sono di nuovo protagonisti e formano un campus che costituisce un perfetto esempio di rigenerazione urbana ecologica. Ospitano letture di poesie, festival musicali, spettacoli teatrali, mostre d’arte e troupe cinematografiche, ma anche sculture viventi che attirano api mellifere e permettono la crescita di funghi, vivai e giardini di piante e fiori autoctoni nutriti con acqua piovana e compost prodotto in loco. Un luogo in divenire, in perfetto stile circolare.
Idee per il riciclo dei rifiuti nell’edilizia
Per arrivare a risultati eccezionali come le due Silo City, si parte dal quotidiano. Rimanendo nel settore edilizio, abbiamo già parlato del recupero delle mascherine anti-Covid nella costruzione di strade, ma gli oggetti di uso comune riciclabili come materiali da costruzione sono più numerosi di quanto si pensi. Anche e soprattutto quelli che altrimenti sarebbero difficili da smaltire, destinati a giacere nelle discariche per anni.
Per esempio, i mozziconi di sigaretta, grandi nemici dell’ambiente e tra le tipologie di rifiuti più copiose sulla Terra. Dalla TerraCycle Inc di Toronto arriva l’idea di utilizzarne i filtri per estrarre acetato di cellulosa destinato a pallet industriali. Ma potrebbero anche diventare una componente dell’asfalto, come suggerisce l’Università di Melbourne, una volta diminuita la loro carica nociva grazie all’unione con altri materiali. La pavimentazione stradale è un’operazione che in futuro potrebbe assorbire grandi quantità di rifiuti altrimenti difficili da gestire. In India si è iniziato a utilizzare plastica riciclata per sostituire il 10% del bitume classico, in Sardegna si è sperimentato l’utilizzo della gomma degli pneumatici.
I ricercatori dell’Università di Bolzano hanno scoperto che i rifiuti plastici e altre sostanze inerti uniti a un estratto dell’alga agar-agar possono diventare una schiuma isolante, evitando così di essere dispersi nell’ambiente. L’Università Nazionale di Singapore invece ha trovato una soluzione ecocompatibile per recuperare gli scarti metallici: la trasformazione in un aerogel assorbente, leggero e con capacità di isolamento termico e acustico. Appositamente trattato, il gel può diventare anche idrorepellente e ignifugo oppure traslucido, a seconda delle sostanze con cui è miscelato. Gli scarti tessili dei più diversi materiali sminuzzati e uniti a un collante ecologico, infine, sono utilizzati da FabBRICK per produrre mattoni colorati altamente isolanti. Non sono ideali per la costruzione di edifici, ma possono essere utili per separare spazi, decorare abitazioni e come elementi d’arredo.