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Tutela la tua salute e quella dell’ambiente scegliendo una vernice sostenibile naturale e priva di Composti Organici Volatili.

Vernice sostenibile per ridipingere casa

Tutela la tua salute e quella dell’ambiente scegliendo una vernice sostenibile naturale e priva di VOC.

La verniciatura periodica delle pareti di casa è un momento importante di manutenzione del costruito perché impatta su diversi aspetti della vita domestica. Se non si sceglie con attenzione la giusta tinta si rischia di introdurre in casa sostanze nocive, di non ottenere la resa estetica desiderata, di danneggiare i muri e l’ambiente. Una buona vernice sostenibile, invece, protegge i muri, tutela la salute degli abitanti, rifinisce nei dettagli l’estetica, asciuga rapidamente e non richiede la stesura di più mani. Tutto ciò, rispettando i principi dell’eco-design e risultando perciò totalmente innocua per l’ambiente.

Cosa rende nociva la pittura?

Nella sua forma più elementare, la vernice è costituita da pigmenti che danno colore e resine leganti che forniscono adesione, disciolti in una base liquida per permettere l’applicazione sulle superfici. Le vernici al lattice e acriliche sono a base d’acqua, mentre le vernici a base di olio spesso si basano su solventi sintetici. Le prime sono perciò generalmente più sicure delle seconde.

La vernice può però anche includere diversi tipi di additivi che migliorano la sua aderenza, velocizzano l’asciugatura, aumentano la durabilità o la resistenza a macchie e graffi. Questi additivi sono spesso di origine sintetica e alcuni di essi sono particolarmente dannosi se respirati quotidianamente. Tra gli altri, i pesticidi, spesso presenti nelle vernici “antifungine”, i biocidi, con funzioni conservanti, e i metalli utilizzati nei pigmenti, come cadmio e cromo.

Molti di questi componenti sono riassunti nella categoria dei COV (composti organici volatili), sostanze chimiche comunemente presenti in una varietà di prodotti commerciali e utilizzate anche negli stabilizzanti, essiccanti, addensanti e conservanti presenti nelle vernici. I COV vengono rilasciati nell’aria sotto forma di gas e le loro concentrazioni sono fino a 10 volte più elevate negli ambienti chiusi che all’aperto. In genere hanno un odore forte e riconoscibile, ma la loro tossicità può persistere a lungo anche dopo la scomparsa dell’odore.

I loro effetti nocivi sulla salute a breve e lungo termine vanno da reazioni allergiche, mal di testa e nausea ai disturbi del fegato, dei reni e del sistema nervoso centrale e persino al cancro. Senza contare il fatto che alcuni COV arrivano a danneggiare anche lo strato di ozono. La vernice tradizionale non si può perciò definire sostenibile da alcun punto di vista.

I vantaggi della vernice sostenibile

Perché scegliere pitture che contengono COV quando si possono ottenere risultati migliori senza rischiare la salute e danneggiare l’ambiente? In commercio si trovano infatti ormai molte alternative zero-COV, low-COV e naturali alle pitture tradizionali. È importante però specificare che “naturale” non è necessariamente sinonimo di “zero-COV”: alcune vernici naturali possono per esempio contenere COV derivati dalle piante. Allo stesso modo, i composti di alcune vernici naturali potrebbero risultare dannosi per l’ambiente su larga scala, come la caseina delle vernici al latte. Perché possa essere definita sostenibile la vernice deve perciò essere naturale – sia nei pigmenti, che nelle resine che negli additivi –, priva di COV e di odori forti, povera di biocidi, innocua per la salute e per l’ambiente.

Se è vero che le prime formule realizzate dando la priorità alla sostenibilità delle pitture davano risultati imperfetti, oggi la vernice sostenibile può essere considerata del tutto equivalente, se non superiore, alla vernice tradizionale quanto a qualità del risultato. Forniscono infatti un’eccellente copertura, molte varietà di colori, facile applicazione e finiture uniformi. Tutto ciò senza obbligare a tinteggiare con le finestre spalancate per disperdere l’odore dei COV.

Ciò vale nello specifico per le vernici per le pareti di casa. Gli esterni, le superfici ad alto tasso di usura come i pavimenti e alcune categorie di mobili potrebbero comunque richiedere pitture contenenti biocidi.

Le tipologie di vernici

Le due macrocategorie di vernici presenti sul mercato sono quelle a base d’acqua o a base d’olio. Le vernici a base d’acqua come le vernici al latte e le vernici al lattice utilizzano l’acqua come solvente nella composizione. La pittura a olio utilizza acqua ragia minerale o trementina minerale. Esistono numerose differenze tra le due, che rendono ognuna adatta a scopi diversi. Concentrandosi sulla vernice sostenibile, è però senza dubbio preferibile quella a base d’acqua, che utilizza solo acqua come solvente anziché composti chimici e di solito ha livelli di COV molto più bassi.

Le pitture non si differenziano però soltanto in base al solvente utilizzato. È più utile analizzarle una per una considerando lo scopo per cui sono prodotte e raggiungere il massimo della sostenibilità senza che venga meno la loro funzionalità. Esistono dunque pitture idrorepellenti, traspiranti o coprenti, isolanti, termoriflettenti o igienizzanti. La chimica sta cercando di rivoluzionarle in chiave sostenibile con soluzioni bio based e materiali riciclati. Tra le pitture 100% naturali figurano pitture minerali, a base di cera d’api, resine naturali, oli o colle vegetali.

Per andare sul sicuro quando si è in cerca di una vernice sostenibile bisogna imparare a leggere le etichette, che recano anche il valore di COV limite secondo la Direttiva europea 2004/42/CE, recepita dalla legge 161/2006. A sancire la sostenibilità della vernice sono in particolare:

  • il marchio Ecolabel UE, applicato a quelle che hanno un basso impatto ambientale
  • la classificazione in base all’ISO 16000 sulla qualità dell’aria interna, con l’indicazione di una classe di appartenenza simile al sistema degli elettrodomestici

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