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Esperto in Gestione dell’Energia: chi è e cosa fa

Arriva la revisione della figura dell’Esperto in Gestione dell’Energia (EGE), chiamato a guidare la transizione energetica.

Se il comparto dell’energia si evolve, deve evolversi anche la figura professionale dell’Esperto in Gestione dell’Energia (EGE). Ecco perché per la primavera 2022 è prevista la pubblicazione della revisione della Norma UNI CEI 11339, che disciplina proprio gli EGE. La transizione ecologica e la conseguente richiesta di una maggiore efficienza energetica in tutti i campi non potranno essere soddisfatte a meno di una revisione in chiave sostenibile del processo di produzione, trasporto, distribuzione e consumo dell’energia. E chi meglio di un Esperto in Gestione dell’Energia può favorirla?

Chi è l’EGE e che cosa fa?

La figura dell’Esperto in Gestione dell’Energia ha l’indispensabile incarico di ottimizzare i consumi energetici di un’azienda o di una pubblica amministrazione. Si tratta di un professionista certificato, la cui qualificazione è disciplinata dalla norma UNI 11339. Un sistema di regole nato in seguito alla pubblicazione del DL 115/2008, che costituisce il recepimento italiano della Direttiva UE sull’efficienza energetica (2006). Dal 2006 a oggi, però, sono aumentate la consapevolezza sulla necessità di una transizione ecologica e l’urgenza della sua attuazione. Tanto da costringere ad aggiornare i requisiti per gli EGE.

Ad oggi ne esistono due tipologie, che si occupano di soggetti diversi:

  • l’EGE operante nel settore industriale spende le sue competenze a favore di applicazioni industriali e processi produttivi (compresi i trasporti)
  • l’EGE operante nel settore civile ha competenze relative agli utilizzi civili, al terziario e alla pubblica amministrazione

Un Esperto in Gestione dell’Energia può essere certificato per uno dei due settori o per entrambi. Il suo compito primario è in ogni caso di svolgere diagnosi energetiche. Avviare cioè procedure che forniscano una conoscenza del profilo di consumo energetico di un soggetto – un edificio, un’azienda, un impianto industriale o produttivo, un servizio pubblico o privato. Il suo obiettivo è naturalmente di individuare le opportunità di ottimizzazione dell’efficienza energetica e dunque di risparmio energetico. Così facendo, migliora però anche l’impatto ambientale dell’attività di cui si occupa. Inoltre, l’EGE si occupa di:

  • gestire la contabilità energetica
  • valutare i risparmi ottenuti
  • monitorare i consumi con gli strumenti e le tecnologie migliori per farlo
  • analizzare la fattibilità e valutare i rischi degli interventi
  • attuare piani di sensibilizzazione per diffondere un utilizzo efficiente dell’energia

È perciò evidente come un EGE debba possedere competenze di varia natura – tecnico-scientifiche, gestionali, comunicative-relazionali ed economico-finanziarie – in modo simile a quanto richiesto a un amministratore di condominio. E soprattutto come debba tenersi costantemente aggiornato sugli sviluppi tecnologici del settore, nonché sulle metodologie e sulle normative in materia energetica e ambientale.

A raggruppare gli EGE ci pensa AssoEGE, secondo il cui presidente, Michele Santovito, ad oggi si contano circa 2800 professionisti certificati in Italia.

Cosa dice la norma UNI 11339

La norma in materia esiste dal 2009 e ha sancito la nascita dell’Esperto in Gestione dell’Energia come professionista certificato da terze parti. Per diventarlo, una persona deve innanzitutto dimostrare esperienza professionale pregressa nel settore della gestione dell’energia, con mansioni tecniche o manageriali adeguatamente documentate. In caso di possesso dei requisiti richiesti, si passa alla fase dell’esaminazione, tramite una prova scritta con 30 domande chiuse, una seconda prova scritta con un caso studio e una prova orale con 5 domande. Il superamento dei due scritti è necessario per poter sostenere l’orale. La certificazione dura 5 anni e viene rinnovata previa trasmissione della documentazione richiesta.

Come cambierà?

Come sostiene Santovito, la revisione della norma è volta soprattutto a «mettere in ordine un elemento chiave e critico, su cui l’Italia era in difetto: chiarire definitivamente il dualismo tra Esperto in Gestione dell’Energia e auditor energetico, che deriva dal percorso di normazione europeo, individuato attraverso la norma UNI CEI EN 16247-5». Auditor energetici, ESCo (Energy Service Company, normate da UNI CEI 11352) ed EGE sono, infatti, soggetti ugualmente abilitati allo svolgimento delle diagnosi energetiche, secondo il DL 102/2014, che pone tra l’altro per gli EGE il vincolo della certificazione per poterle operare. E, dato che la professione dell’EGE ad oggi non è regolamentata e che la Legge 4/2013 rimanda proprio a UNI 11339 per normarla, il contenuto di quest’ultima deve essere impeccabile e aggiornato.

L’obiettivo dell’aggiornamento sarà perciò una maggiore valorizzazione della figura professionale dell’EGE. Anche come componente fondamentale delle ESCo, soprattutto per l’efficientamento del settore in chiave ecologica. «Come AssoEGE avevamo anche richiesto di porre l’accento sui risvolti ambientali che tale figura possiede e che avrebbe avuto maggiore forza nella proposizione, per esempio, in bandi pubblici dedicati», continua Santovito. Da ultimo, ma non per importanza, c’è la necessità di allineare con sempre maggior coerenza la natura dell’EGE, che è una peculiarità italiana, agli obiettivi energetici e climatici europei e in particolare al Quadro europeo delle Qualifiche (EQF) e al Quadro Nazionale delle Qualificazioni (QNQ). Un’azione «essenziale specie oggi che c’è bisogno di un quadro e di un mercato chiari e regolati, esenti da truffe e frodi fiscali», aggiunge il presidente di AssoESCo Vittorio Cossarini.

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