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Il 5G al servizio dell’Internet of Things

Il 5G al servizio dell’Internet of Things

La digitalizzazione non può prescindere dall’efficientamento della rete mobile. Il 5G potrebbe dare la spinta definitiva alla diffusione dell’IoT in tutti i settori, pubblici e privati.

L’Iot (Internet of Things) o IdC (Internet delle Cose) costituisce la base della digital transformation che sta rivoluzionando il mondo. Ma più aumenta il numero e la complessità dei servizi offerti, più è necessaria una connessione stabile, veloce e sicura che li supporti. Qui interviene il famigerato 5G (Fifth Generation), tecnologia per la rete mobile che rappresenta il futuro della connettività degli smartphone e di qualunque altro oggetto connesso che si serva dell’IoT. Tra l’entusiasmo per le nuove possibilità aperte e il timore per gli eventuali rischi per la salute, il 5G ha già raggiunto 230 milioni di utenti e 155 reti mobili, con un aumento esponenziale dalla fine del 2019 alla fine del 2020.

Tutto ciò nonostante la pandemia o forse proprio grazie a essa, che ha rallentato il progresso ma ha aumentato la necessità di tecnologie adeguate alle attività da remoto. La Commissione Europea vede, infatti, nella nuova rete un’opportunità per rilanciare l’economia dell’Unione in ottica green e invita gli Stati Membri a delineare una strategia comune in proposito. Dal 9 marzo sono pubbliche le linee guida per la trasformazione digitale dell’Europa nel decennio a venire, che prevedono, tra le altre cose, la disponibilità del 5G ovunque e per tutti. Al netto delle preoccupazioni per la salute di chi vi si trova esposto, dovute alle frequenze elevate su cui viaggia, la nuova frontiera della connettività in un futuro prossimo potrebbe riservare parecchi vantaggi a tutti, dall’Industria 4.0 alla pubblica amministrazione ai cittadini.

5G: cos’è e come funziona

La quinta generazione di reti per la connessione mobile potrebbe rivoluzionare in maniera inedita il modo in cui sfruttiamo internet. Non si tratta, infatti, soltanto di un’evoluzione delle precedenti tecnologie (2G, 3G e 4G), ma di un sistema completamente diverso da ogni punto di vista: frequenze, antenne e modalità di trasmissione dei dati. Attualmente la maggior parte delle reti 5G si basa ancora in parte sulla capacità della rete 4G, ma in futuro le cose cambieranno. Una volta diffusosi sufficientemente, il 5G permetterà di sostenere la connessione di molti più dispositivi contemporaneamente e con prestazioni migliori, dal punto di vista della sicurezza, della stabilità e della velocità.

Ecco i principali parametri che fanno del 5G la rete più efficiente di sempre, allo stesso livello della fibra, ma wireless:

  • Velocità. Potrebbe arrivare ai 10 Gb/s per il download e a 1Gb/s per l’upload.
  • Latenza. Con il 5G la velocità di risposta del dispositivo al comando sarà di circa 4 ms, contro i 20 ms del 4G.
  • Stabilità. Il 5G potrà reggere, senza cali di potenza, fino a 100 volte tanti terminali connessi contemporaneamente rispetto al 4G. Ciò significa, grazie alla maggiore densità di celle, fino a 1 milione di oggetti connessi per ogni chilometro quadrato.

I vantaggi per l’IoT

Questi numeri costituiscono un progresso notevole nell’efficientamento delle tecnologie Internet of Things. Si tratta infatti di caratteristiche chiave per l’invio, il trasferimento e la ricezione di grandi quantità di dati in tempo reale, che sta alla base del loro funzionamento. Gli oggetti connessi aumentano e si specializzano sempre più, necessitando perciò di reti che riescano a supportare tutte le loro funzioni in qualunque situazione. Basti pensare a qualche impiego concreto dell’IoT, come la possibilità di segnalare malfunzionamenti ed emergenze o di coordinare macchinari industriali o di monitorare la sicurezza in casa. Con una connessione debole e altalenante niente di tutto ciò sarebbe possibile.

Ma, al di là di situazioni limite in cui un’ottima connessione è necessaria, le performance del 5G possono tornare particolarmente utili per tutte le applicazioni IoT che si basano su flussi intensi e continui di dati. Per esempio, per l’utilizzo di AR / VR e per il monitoraggio di ambienti, macchinari e persone. O ancora per gli strumenti di localizzazione delle flotte aziendali, per la supply chain o per l’agricoltura 4.0, grazie alla maggiore copertura offerta anche nelle zone rurali.

Il 5G nel mondo

Il 2020 è stato senza dubbio l’anno della digitalizzazione e, non a caso, anche del 5G che alla digitalizzazione dà una forte spinta. Si tratta, infatti, della tecnologia mobile con la crescita più rapida mai registrata, 4 volte più veloce rispetto a quella del 4G LTE, che ci ha impiegato 4 anni per raggiungere gli stessi risultati (secondo i dati Omdia). Ma siamo solo all’inizio: secondo il Mobility Report di Ericsson (novembre 2020) la sua copertura ha raggiunto il miliardo di persone (15% del totale) ed entro il 2026 sarà utilizzata dal 40% degli utenti mobile (circa 3,5 miliardi). Considerando anche gli oggetti IoT, per allora si arriverà alla cifra record di 76 miliardi di dispositivi connessi, contro i 20 miliardi di oggi.

Secondo i dati di Opensignal, raccolti tra gennaio e marzo 2021, è la Corea del Sud a presentare le performance migliori nella velocità media di download (361 Mb/s), ma la peak performance appartiene agli Emirati Arabi Uniti (836 Mb/s). Per quanto riguarda la velocità media di upload, Taiwan raggiunge i 36.7 Mb/s. Sono in ottima posizione Svizzera, Giappone, Hong Kong, Australia, Arabia Saudita, Kuwait, USA, Olanda, Irlanda, Austria e Finlandia, anche per quanto riguarda l’esperienza di video, giochi e voce e l’estensione della rete. Sono dati lontani dagli obiettivi, ma la tecnologia necessita di ulteriori sperimentazioni e adeguamenti. Si tratta comunque già di un salto di qualità rispetto alle prestazioni del 4G, che può raggiungere picchi simili, ma presenta una velocità media decisamente inferiore (fino a 30 Mb/s).

In Italia, i test effettuati in Piazza Duomo con Vodafone hanno rilevato una velocità di 350 Mb/s, mentre la peak performance di 586,3 Mb/s è stata raggiunta da TIM in sede di lancio. La velocità media è tuttavia di molto minore di entrambi i numeri.

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