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L’era degli edifici “Smart”: guida allo Smart Readiness Indicator (SRI) per l’amministratore di condominio

🏢 Non solo efficienza energetica, ma anche intelligenza. È questa la nuova frontiera per il patrimonio immobiliare, inclusi i condomìni. Dal 21 marzo 2025, l’Italia ha dato il via alla sperimentazione dello Smart Readiness Indicator (SRI), uno strumento europeo destinato a misurare il “quoziente intellettivo” degli edifici. Sotto il coordinamento del MASE e con il supporto tecnico di ENEA, questa fase di test segna l’inizio di una valutazione che va oltre la classe energetica, analizzando la capacità di un edificio di ottimizzare comfort e consumi in modo dinamico e connesso.

📊 Come si misura l’intelligenza di un edificio?

Lo SRI analizza nove domini tecnologici chiave, che spaziano dal riscaldamento alla ventilazione, dall’illuminazione fino ai sistemi di monitoraggio dei consumi e alle infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici. Il criterio di valutazione, però, non è quantitativo (quanti dispositivi ci sono), ma qualitativo: premia il livello di automazione e di interconnessione. Ad esempio, un impianto di riscaldamento capace di autoregolarsi stanza per stanza o di dialogare con il sistema fotovoltaico per ottimizzare l’autoconsumo otterrà un punteggio superiore.

🧩 Un futuro binomio: SRI e Attestato di Prestazione Energetica (APE)

Uno degli sviluppi più interessanti della sperimentazione è la potenziale integrazione dello SRI all’interno dell’APE. Per l’amministratore, questo implica un cambiamento strategico: in un futuro non lontano, il certificato energetico di un’unità immobiliare potrebbe contenere anche un indicatore della sua “intelligenza”, fornendo un parametro aggiuntivo per valorizzare l’immobile sul mercato e renderlo più appetibile.

📅 La roadmap europea: le prossime tappe

La Direttiva (UE) 2024/1275 ha tracciato un percorso chiaro per l’adozione dello SRI a livello comunitario. Le scadenze da segnare in agenda sono:

  • 30 giugno 2026: Presentazione da parte della Commissione UE di una relazione sullo stato di attuazione dello SRI nei vari Stati membri.
  • 30 giugno 2027: Introduzione di un atto delegato che renderà lo SRI obbligatorio per gli edifici non residenziali con impianti di riscaldamento o condizionamento di potenza superiore a 290 kW.

Sebbene per il settore residenziale e condominiale non siano ancora previsti obblighi, la direzione è inequivocabile: la certificazione della digitalizzazione degli edifici è un trend destinato a consolidarsi.

🛠️ Come può un amministratore prepararsi e agire d’anticipo?

L’assenza di un obbligo immediato non deve essere un pretesto per l’inazione. L’amministratore proattivo può già oggi:

  1. Censire il patrimonio tecnologico: Effettuare una mappatura precisa degli impianti “intelligenti” già installati nel condominio (es. sistemi di termoregolazione evoluti, VMC, contabilizzazione da remoto, impianto fotovoltaico).
  2. Integrare l’analisi “Smart”: Richiedere che le future diagnosi energetiche e i capitolati per lavori di efficientamento includano anche una valutazione del potenziale “smart” dell’edificio.
  3. Comunicare il valore dell’innovazione: Informare e sensibilizzare i condòmini sui vantaggi di un edificio intelligente: non solo risparmio energetico, ma anche maggiore sicurezza, comfort e valore immobiliare.
  4. Documentare lo stato dell’arte: Utilizzare strumenti come il RAS (Registro Anagrafe Sicurezza) o il Fascicolo del Fabbricato per tracciare il livello di digitalizzazione e preparazione tecnologica del condominio.

💡 In conclusione: da adempimento a leva strategica

Lo Smart Readiness Indicator non va visto come l’ennesimo obbligo normativo in arrivo, ma come una straordinaria opportunità. Per l’amministratore moderno, comprendere e anticipare questa evoluzione significa trasformare un potenziale adempimento futuro in una leva strategica per offrire ai propri condòmini un servizio di valore, guidandoli verso edifici non solo efficienti, ma realmente pronti per il futuro.

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