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Relamping LED per l’efficienza energetica e luminosa

Dimentica le tradizionali lampadine a incandescenza e risparmia energia, denaro e fatica con il relamping LED.

Uno dei modi più semplici e meno costosi per risparmiare sensibilmente energia elettrica è sostituire le lampadine tradizionali con quelle LED. È il cosiddetto relamping LED, indispensabile per ottenere una maggiore efficienza energetica e luminosa, ma anche un aumento della durata delle sorgenti luminose e una diminuzione nelle necessità di intervento e manutenzione. Ecco di che si tratta.

Cos’è il relamping LED

Con il termine relamping si intende la sostituzione di vecchie sorgenti luminose, alogene o a incandescenza, con la moderna tecnologia LED. Le lampadine a incandescenza forniscono luce a partire dal surriscaldamento di un filamento di tungsteno che rilascia fotoni. Quelle alogene aggiungono gas alogeno nel bulbo, che aumenta la temperatura del filamento e l’efficienza luminosa. Le lampadine LED (Light Emitting Diode) invece contengono un diodo che emette luce – o meglio elettroluminescenza – quando attraversato dalla corrente continua. La potenza delle prime si misura in watt, la seconda in lumen, che quantificano la quantità totale di luce visibile all’occhio umano.

Per operare un relamping LED, dunque, basta sostituire le vecchie lampadine, che si surriscaldano e consumano molto, con quelle LED, che non si surriscaldano, abbattono i consumi elettrici e durano di più, fino a 15 anni, mantenendo un’elevata efficienza luminosa e riducendo i costi di manutenzione. Tutto ciò senza modifiche estetiche del corpo illuminante, che appare simile a quello tradizionale, in dimensioni differenti a seconda delle esigenze. E senza dover sostituire lampade, plafoniere e apparecchi per l’illuminazione, dato che le lampadine LED vi si adattano. L’investimento richiesto per il relamping è perciò essenzialmente quello relativo alle nuove lampadine, oltre che della manodopera e del noleggio di eventuali attrezzature.

La sostituzione può naturalmente essere condotta su una sola stanza, su un piano o su un intero edificio. Nel caso di edifici con molte fonti di illuminazione, conviene operare un relamping di gruppo, soprattutto se le lampadine non si trovano a portata di mano. In questo modo, infatti, si interverrà una volta sola con scale, ponteggi e ascensori, evitando di doverli noleggiare ogni volta che si brucia una lampadina. Inoltre, ordinare un numero elevato di lampadine permette di ottenere prezzi favorevoli. Certo, sostituire le lampadine prima che si guastino può sembrare uno spreco, ma le lampadine scartate si possono tenere di scorta.

I vantaggi del relamping

Riassumendo, ecco i vantaggi correlati all’esecuzione di un relamping LED totale, che sia in casa, in ufficio o in un intero condominio:

  • risparmio energetico ed economico in bolletta fino al 60-80% a fronte di un investimento iniziale relativamente basso, con un rapido ROI (return of investment)
  • tutela ambientale, per il minor utilizzo di energia e per l’assenza di mercurio e l’atossicità nelle lampadine LED
  • maggiore durata rispetto alle lampadine tradizionali a parità di utilizzo
  • minori necessità di intervento e manutenzione
  • maggiore efficienza luminosa in assenza di surriscaldamento
  • nessuna necessità di sostituire gli apparecchi per l’illuminazione, perché compatibili con le nuove lampadine, e nessuna modifica estetica del corpo illuminante
  • possibilità di sfruttare incentivi per l’efficienza energetica

Se invece i risparmi garantiti dal relamping LED di gruppo non dovessero essere soddisfacenti e il budget lo consente, potrebbe essere il momento di investire in un retrofitting più completo, con una riprogettazione dell’illuminazione. In particolar modo se l’edificio necessita di una migliore qualità o distribuzione dei punti luce. Così facendo si potrebbe intervenire anche sul modo in cui gli apparecchi sono attualmente controllati, per esempio inserendoli in un sistema domotico.

I costi dell’illuminazione

L’illuminazione è tra gli aspetti di un edificio che più contribuiscono al suo fabbisogno energetico e in particolare di energia elettrica. Tra i primi interventi di efficientamento energetico che si compiono c’è perciò la sostituzione delle lampadine o dei sistemi di illuminazione. Non solo in ambito residenziale, ma negli uffici, nella pubblica amministrazione, nei negozi, nei magazzini, nelle industrie e anche all’esterno. L’illuminazione rappresenta infatti, secondo Confindustria, il 15% del fabbisogno di elettricità di un’industria, il 50% di quello degli uffici e l’80% di quello dei magazzini.

Il relamping LED è tra gli interventi di efficientamento più diffusi perché, a fronte di una valutazione preliminare che ne misuri l’efficacia, consente di ridurre drasticamente i consumi e i costi e di ottenere un ROI di pochi anni. Senza contare che imprese e PA possono sfruttare incentivi che abbattono ulteriormente l’investimento iniziale:

  • Certificati Bianchi, titoli di efficienza energetica rilasciati dal GSE, ma solo nel caso in cui le lampadine LED installate abbiano una classe di efficienza energetica pari alla A++
  • Conto Termico 2.0, cioè il meccanismo di incentivazione degli interventi di efficienza energetica più piccoli
  • Detrazione fiscale del 65%, ma solo nell’ambito di un intervento di riqualificazione più ampio

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