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Il Parlamento Europeo ha approvato l'aggiornamento della Direttiva sulle batterie, fissando nuove regole per la loro produzione e gestione.

Nuove regole dall’UE per le batterie

Il Parlamento Europeo ha approvato l’aggiornamento della Direttiva sulle batterie, fissando nuove regole per la loro produzione e gestione.

La gestione delle batterie una volta giunte a fine vita è il grande dilemma della transizione energetica basata sull’elettrificazione dei consumi. Si può davvero parlare di transizione sostenibile se le batterie vengono fabbricate con terre rare e sono complesse da riciclare? Che fine faranno tutte le batterie dismesse impossibili da riciclare? Tra qualche anno inizieremo a esserne invasi, perciò l’Unione Europea sta fissando regole per la produzione e gestione delle batterie volte a renderle uno strumento veramente utile nell’impostazione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Ecco cosa comporta l’aggiornamento della Direttiva sulle batterie approvato il 14 giugno 2023 dal Parlamento europeo e in attesa di approvazione da parte del Consiglio.

Una nuova categoria di batterie

A oggi sono tre le macrocategorie di batterie presenti sul mercato:

  • per autoveicoli, cioè utilizzate per l’avviamento e l’illuminazione degli autoveicoli
  • industriali, per l’accumulo energetico o per la mobilità di veicoli elettrici
  • portatili, sigillate e trasportabili a mano, come i cellulari, i computer o le pile

Con la revisione delle regole, l’UE vorrebbe introdurre una quarta categoria di batterie: quelle utilizzate nei mezzi di trasporto leggeri, come biciclette e monopattini elettrici. È anche grazie a loro se le previsioni descrivono un aumento della domanda globale di batterie di 14 volte entro il 2030. La diffusione della mobilità elettrica, compresa quella leggera, è trainante, come la digitalizzazione dell’economia e la transizione energetica verso le energie rinnovabili. L’aumento del digitale corrisponde infatti a una maggiore circolazione di dispositivi elettronici mentre l’aumento delle rinnovabili richiede necessariamente più sistemi di accumulo dell’energia elettrica prodotta in eccesso.

Le regole per il riciclo e la sostituzione delle batterie

Il grande obiettivo della transizione ecologica di qualunque settore è aumentare il tasso di riciclo dei materiali e degli strumenti utilizzati. Ciò è valido a maggior ragione quando le materie prime impiegate per fabbricarli sono rare o critiche, come accade per la fabbricazione delle batterie. La revisione delle regole contenute nella Direttiva sulle batterie appena approvata dal Parlamento europeo va perciò innanzitutto in questa direzione. Ed è allineata con il Piano d’azione per l’economia circolare e con la nuova politica industriale dell’UE, che si concentrano sull’intero life cycle dei prodotti per decretarne la sostenibilità.

Il riciclo delle batterie in Europa è pari al 47% del totale (2020) e il processo varia a seconda delle tipologie di sostanze coinvolte. Secondo la nuova Direttiva, entro il 2023 bisognerà raccogliere almeno il 45% delle batterie portatili, entro il 2027 del 63%, entro il 2030 del 73%. Le percentuali scendono al 51% entro il 2028 e al 61% entro il 2031 per le batterie dei mezzi di trasporto leggeri. A tal fine, la raccolta di rifiuti prodotti da batterie di veicoli di qualunque natura, composizione, condizione, marca o origine sarà gratuita per gli utenti finali.

Inoltre, si prescrivono una rimozione e sostituzione più semplice, che passa anche attraverso una maggiore informazione dei consumatori. Le batterie negli apparecchi di uso quotidiano dovrebbero poter essere sostituite facilmente dagli utenti stessi, requisito di produzione che sarà obbligatorio dopo tre anni e mezzo dall’entrata in vigore delle regole. Per facilitare le valutazioni da parte degli utenti, inoltre, sarà necessario fornire informazioni su capacità, prestazioni, durata e composizione chimica delle batterie, oltre a dotarle del simbolo della raccolta differenziata.

Materie prime e carbon footprint

A proposito di riciclo, le regole aggiornate definiscono anche i livelli minimi di sostanze da recuperare dai rifiuti di produzione e consumo per riutilizzarli in nuove batterie: l’85% del piombo, il 16% del cobalto, il 6% del litio e il 6% del nichel. La produzione delle batterie non può infatti prescindere dall’impiego di materie prime di importazione critiche e impattanti sia a livello ambientale che sociale. Cobalto, litio, nichel, manganese e altri metalli e terre rare, che costituiscono gli elementi base delle batterie per come le conosciamo oggi, sono legati a processi di estrazione tutt’altro che etici e difficili da monitorare, dato che avvengono fuori dall’Europa.

Ecco perché le nuove regole per le batterie prevedono anche un obbligo di diligenza da parte dei produttori, che devono rispettare protocolli di gestione dei rischi ambientali e sociali, sia nell’approvvigionamento che nella lavorazione che nel commercio delle materie prime. Ciò vale per qualunque soggetto (non PMI) voglia immettere batterie sul mercato UE.

Allo stesso modo sarà obbligatorio dotare le batterie di un’etichetta che comunichi la sua impronta di carbonio per renderne subito evidente ai consumatori l’impatto ambientale. L’obbligo vale per le batterie di veicoli elettrici e mezzi di trasporto leggeri e per le batterie industriali ricaricabili con capacità maggiore di 2kWh. Queste due misure – l’etichettatura e l’obbligo di diligenza – serviranno a regolamentare e a rendere più sostenibile tutto il ciclo di vita delle batterie.

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