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Bioarchitettura in Italia: esempi di edifici green

Bioarchitettura in Italia: esempi di edifici green

In Italia aumentano gli edifici green, salutari per l’uomo e per l’ambiente.

Esiste una tendenza ben marcata nel mondo dell’edilizia che potrebbe rivoluzionare il settore, proiettandolo in un futuro finalmente sostenibile: la bioarchitettura. Chiamata anche bioedilizia o green building, consiste in un approccio alle costruzioni che mette in primo piano la sostenibilità del progetto, in tutte le sue fasi. Ne risulta un cambio di paradigma radicale per un comparto che lotta da tempo contro una mancanza di efficienza dovuta all’obsolescenza degli edifici e dei loro impianti.

È globalmente noto l’impatto dell’edilizia sull’ambiente a livello di sfruttamento di energie non rinnovabili e di emissioni di CO2. In particolare, il 38% dell’anidride carbonica immessa nell’atmosfera nel 2019 è connesso ai consumi degli edifici. Lo rileva un rapporto della Global ABC (Global Alliance for Buildings and constructions), una piattaforma globale in cui governi, aziende, società civile, ricerca e organizzazioni possono collaborare in vista di un grande obiettivo comune: dimezzare i consumi entro il 2030 e azzerarli entro il 2050. Per farlo si dovrà ripensare da zero il processo di costruzione, sin dalla visione che lo muove. Non basta, infatti, introdurre tecnologie e materiali innovativi, se i valori alla base rimangono gli stessi.

Le caratteristiche degli edifici green

La sostenibilità di un edificio può essere certificata attraverso LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), il principale standard in materia, nato grazie allo U.S. Green Building Council. Si tratta di un sistema flessibile, che si adatta alle varie tipologie di costruito, ma che prevede un’impostazione di base coerente. È attento a tutte le fasi di vita della costruzione, invitando perciò a mantenere un approccio olistico sin dall’inizio, in vista di una progettazione integrata. Un edificio, infatti, può definirsi green solo se lo è dall’inizio alla fine, ovvero dalla progettazione alla costruzione, dall’utilizzo all’eventuale dismissione.

La chiave della bioarchitettura risiede naturalmente nella sua capacità di non impattare negativamente sull’ambiente e sull’uomo. Anzi, di aumentare la qualità della vita al suo interno e nelle sue vicinanze. Per raggiungere questo risultato, è necessario porre l’attenzione su diversi aspetti, impiantistici, strutturali ed estetici.

Gli impianti

L’efficienza energetica è al primo posto delle caratteristiche richieste dalla bioarchitettura e dipende da diversi fattori:

  • le risorse scelte per alimentare gli impianti dell’edificio, naturali e rinnovabili, orientate al raggiungimento dell’autosufficienza energetica.
  • L’intelligenza degli impianti IoT, capaci di autoregolarsi e di comunicare con gli umani grazie a sensori, intelligenza artificiale e a una rete Internet stabile e veloce.
  • Il modo in cui gli impianti vengono utilizzati da abitanti, frequentatori o gestori, che dovranno acquisire le competenze e adottare le abitudini necessarie a non remare contro la sostenibilità dell’edificio.

Non bisogna dimenticare, inoltre, che la “sostenibilità” non riguarda soltanto l’ambiente, ma anche la società e l’economia, l’uomo e il suo benessere. Un edificio sostenibile, perciò, non minaccia la natura, ma nemmeno la salute e il portafogli di chi lo abita. Quest’ultimo è un aspetto chiave della bioedilizia, che permette a lungo termine notevoli risparmi sui consumi e sulle manutenzioni.

La struttura

Un’altra qualità indispensabile per un edificio green è la tipologia dei materiali scelti per la sua costruzione. Devono essere green dall’inizio alla fine della loro filiera, isolanti e non devono contenere sostanze dannose per l’uomo. Sarà particolarmente importante tenere conto anche della possibilità di smaltirli in modo sostenibile al momento dell’eventuale smantellamento.

Nella bioarchitettura conta però anche la posizione della struttura stessa e il contesto in cui è inserita, dal punto di vista energetico ed estetico. L’edificio andrà, cioè, progettato in base all’esposizione e al clima locale, per ottimizzarne le prestazioni energetiche, e in base al contesto naturalistico o architettonico, perché vi si inserisca in modo armonico. La sostenibilità e la qualità di una costruzione risiedono anche nel suo impatto visivo.

Qualche esempio di bioarchitettura

Gli edifici certificati LEED o, in ogni caso, sostenibili (i cosiddetti nZEB, “nearly Zero Energy Building”) sono ancora troppo pochi rispetto a quelli tradizionali, complici i dubbi che ancora frenano l’adozione di pratiche green. Tra gli altri, la convinzione che sia necessario un grande investimento iniziale, che ci si debba scontrare con normative troppo complesse o che i risultati non siano soddisfacenti a livello estetico. Miti semplici da sfatare, osservando i dati provenienti dagli esempi virtuosi di bioarchitettura. Ma qualcosa inizia a muoversi, anche in Italia, dove diversi edifici green, di natura e destinazione diverse tra loro, aprono la strada al futuro dell’edilizia.

Senza scomodare il noto e pluripremiato Bosco Verticale, a Milano sono sorti o sorgeranno nei prossimi anni numerosi esempi di green building. Dalla riqualificazione del complesso P39 (il Pirellino) potrebbe nascere l’Orto Verticale, gemello del Bosco a base di erbe officinali e firmato di nuovo da Stefano Boeri, in collaborazione con lo studio Diller Scofidio + Renfro. Mentre è già realtà il Nuovo Campus Bocconi, realizzato dal giapponese Studio Sanaa con attenzione all’efficienza energetica basata sullo sfruttamento delle risorse naturali (luce solare, acqua piovana, ventilazione).

A Treviso sorge invece Biocasa_82, la prima residenza privata ad aver ottenuto il LEED Platinum. È realizzata in materiali riciclabili e dotata di impianto di raccolta dell’acqua piovana, di pannelli solari e di ampie finestre per l’illuminazione naturale.

Spostandoci sul mare, nel Golfo di Trieste esiste un intero borgo ecosostenibile, Portopiccolo. Le sue residenze, tutte di classe energetica A o A+, utilizzano come sorgente di scambio l’acqua di mare. Tra le montagne dell’Alto Adige invece c’è il primo hotel CasaClima classe A in Italia, il Vigilius Mountain Resort di Matteo Thun, perfettamente integrato nel contesto naturale.

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