L’efficienza del costruito non dipende solo dai consumi degli impianti: ecco come ridurre la carbon footprint dell’edilizia a partire dalla progettazione.
Circa il 40% dell’energia consumata nel mondo ogni anno dipende dal settore dell’edilizia. E se si aggiunge il carbonio incorporato – l’energia e le emissioni derivanti dai materiali e dalle costruzioni – la percentuale si alza al 50%. È perciò fondamentale sviluppare soluzioni e adottare comportamenti con l’obiettivo di minimizzare la carbon footprint dell’edilizia per tutelare l’ambiente, limitare l’utilizzo di risorse naturali, ma anche tutelare la salute degli abitanti delle città.
Per farlo non è sufficiente ridurre gli impatti operativi degli edifici, come i consumi energetici derivanti dalla loro parte impiantistica. Siamo infatti ormai piuttosto consapevoli della necessità di scegliere fonti energetiche rinnovabili per alimentare le tecnologie di casa e apparecchi efficienti. Ma non lo siamo altrettanto rispetto all’impatto del costruito stesso e al carbonio in esso incorporato. Per migliorare questo aspetto dell’edilizia bisogna fare scelte sostenibili già in fase di costruzione: ecco qualche aspetto da tenere in considerazione.
Riutilizzare gli edifici invece di costruirne di nuovi
I progetti di ristrutturazione e riutilizzo in genere consentono di diminuire del 50%-75% la carbon footprint dell’edilizia rispetto alla costruzione ex novo. Ciò è particolarmente vero se le fondamenta e la struttura vengono preservate, poiché la maggior parte del carbonio incorporato risiede lì. La prima domanda di fronte a un nuovo progetto dovrebbe perciò essere: c’è un edificio esistente che possiamo utilizzare invece di costruirne uno da zero? Architetti e ingegneri dovranno perciò piuttosto concentrarsi sulla trasformazione sostenibile di edifici poco performanti.
Rendi più sostenibile la miscela di calcestruzzo
Il calcestruzzo è la principale fonte di carbonio incorporato praticamente in qualsiasi progetto edilizio, dato l’alto potere inquinante del suo processo di creazione. È perciò fondamentale progettare miscele di calcestruzzo a basso contenuto di carbonio utilizzando ceneri volanti, scorie, argille calcinate o anche calcestruzzo a bassa resistenza, ove possibile. Sebbene l’accesso a questi materiali vari da paese a paese, c’è quasi sempre un modo per ridurre l’impronta di carbonio dell’elemento base dell’edilizia.
Scegli materiali a basse emissioni di carbonio
I materiali con meno energia incorporata dovrebbero essere preferiti in edilizia a quelli con un’alta carbon footprint. I primi consumano infatti meno energia per essere estratti, trasportati, lavorati e trasformati in un prodotto utilizzabile.
Per i prodotti con un elevato impatto ambientale, come calcestruzzo, metalli, plastica e materiali isolanti in schiuma, è essenziale un utilizzo ponderato o la ricerca di alternative più sostenibili. Se è possibile utilizzare una struttura in legno anziché in acciaio e cemento, si ridurrà sensibilmente il carbonio incorporato in un progetto. Nella maggior parte dei casi, in edilizia probabilmente non è possibile evitare del tutto i prodotti con un’alta carbon footprint (metalli, plastica, alluminio). Ma è comunque possibile rivedere le dichiarazioni ambientali di prodotto e cercare alternative a basse emissioni di carbonio.
Non esistono però soltanto materiali con una bassa carbon footprint. Esistono anche materiali che il carbonio lo sequestrano in modo permanente, come il legno, la paglia o la canapa.
Riutilizzare i materiali o utilizzarne di riciclati
Quando possibile, è fondamentale impiegare mattoni, metalli, cemento o legno di recupero. Hanno infatti in genere un’impronta di carbonio incorporata molto inferiore rispetto ai materiali di nuova produzione, poiché il carbonio per produrli è già stato speso. Con il legno di recupero, per esempio, non solo si risparmia l’energia che sarebbe stata spesa per abbattere l’albero, trasportarlo e lavorarlo, ma si evita di abbattere alberi che in tal modo continuano a sequestrare carbonio.
Ridurre al minimo gli sprechi
Oltre a utilizzare scarti e materiali riciclati per costruire, è fondamentale progettare in modo tale da sprecare meno risorse e materiali possibili, limitando al massimo la produzione di rifiuti. Un modo per farlo è utilizzare materiali strutturali come finitura, ma anche diminuire al minimo l’aggiunta di finiture estetiche e non strettamente necessarie. Un metodo di costruzione in grado di ridurre al minimo gli sprechi e la carbon footprint dell’edilizia è la progettazione modulare, che permette di creare una struttura su misura per le proprie esigenze ma composta di moduli prefabbricati.
Progettare in sinergia con l’ambiente circostante
Ma, ancora prima di iniziare a posare la prima pietra di una nuova costruzione, bisogna prestare attenzione alle caratteristiche dell’ambiente in cui si sta costruendo e progettare di conseguenza. Ciò significa utilizzare soltanto materie prime locali, per diminuire il carbonio prodotto dalle movimentazioni e creare strutture coerenti con i dintorni. Ma significa anche tenere conto delle temperature e degli altri parametri ambientali e climatici della zona, per costruire edifici che rispondono nel modo più sostenibile agli stimoli esterni.