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Ecco tutte le tipologie di tetto disponibili in base alla struttura e all'isolamento richiesto.

Tetti caldi, a rovescio o freddi: ecco tutte le tipologie

Ecco tutte le tipologie di tetto disponibili in base alla struttura e all’isolamento richiesto.

I tetti non sono tutti uguali, esistono diverse tipologie di isolamento ideali per la parte alta di un edificio a seconda di clima, struttura e necessità. La copertura non serve infatti solo a proteggere l’interno dalle intemperie ma anche a isolare dal punto di vista termico e acustico, a migliorare il comfort interno, a tenere sotto controllo l’umidità, a garantire la giusta ventilazione. Le tre soluzioni principali sono il tetto caldo, il tetto rovescio e il tetto freddo o ventilato, ognuna con le sue stratigrafie e con relativi pro e contro.

Le tipologie di tetti

La copertura degli edifici è definita dalla norma UNI 8290, che considera l’edificio un sistema la cui copertura superiore rappresenta il culmine dell’involucro edilizio. Come tale, è anche la parte più soggetta a dispersioni termiche. Va perciò costruita con particolare riguardo all’isolamento in vista di una maggiore efficienza energetica e di un maggiore comfort dell’edificio. Per ogni zona climatica, ci sono infatti limiti massimi di trasmittanza termica raggiungibili a norma di legge.

La prima classificazione dei tetti li suddivide in piani o inclinati. I tetti piani sono orizzontali e chiudono l’edificio come il coperchio di una scatola, con una pendenza massima del 5% o di 3° di inclinazione. Non possono comunque essere perfettamente orizzontali, pena il mancato drenaggio delle acque meteoriche. L’utilizzo classico di un tetto piano è quello a terrazzo o, nell’era della transizione ecologica, a giardino. Oltre il 5% di pendenza o i 3° di inclinazione, si parla di tetti inclinati, con tante sotto-tipologie: a volta, falde, capanna, padiglione…

La stratigrafia

Ogni tetto ha poi una certa stratigrafia, con piani diversi integrati tra loro che originano coperture dalle determinate caratteristiche, con riferimento alla norma UNI 8178. In genere gli elementi presenti sono:

  • la struttura portante, in genere in calcestruzzo, cemento, acciaio o legno
  • uno strato di supporto o pendenza (massetto), che nel caso dei tetti piani può avere la funzione di favorire lo scolo dell’acqua
  • uno strato isolante termoacustico
  • una guaina impermeabile di tenuta all’aria e all’acqua
  • una copertura discontinua (con tegole e simili) o continua

Tra questi, è possibile inserire barriere al vapore che bloccano l’umidità o intercapedini per la ventilazione. Non è detto che ogni tetto contenga tutti gli strati elencati. E soprattutto questi possono essere assemblati con un ordine diverso a seconda dei risultati che si vogliono ottenere, in termini estetici, energetici, economici, funzionali e non solo.

Tetto caldo e tetto freddo

A seconda dell’ordine degli strati, e in particolare della posizione della guaina impermeabile rispetto allo strato isolante, si distinguono diverse tipologie tecniche di tetti, che concorrono a raggiungere diversi obiettivi.

In una costruzione con tetto caldo lo strato di isolamento termico principale si trova al di sopra della struttura, con il risultato che questa e il suo supporto si trovano a una temperatura prossima a quella dell’interno dell’edificio. È necessario incorporare uno strato di controllo del vapore sotto l’isolamento per evitare che il vapore acqueo venga forzato nell’isolamento attraverso la pressione termica dall’interno dell’edificio. La guaina impermeabilizzante viene invece posta sopra l’isolante per incapsularlo completamente. Se esposta all’esterno, deve essere costruita con materiali che resistono alle sollecitazioni degli agenti atmosferici.

Tetto freddo o ventilato

In un tetto freddo o ventilato la copertura non è solo isolata e impermeabilizzata, ma contiene anche uno un’intercapedine in cui circola aria per garantire ventilazione costante e regolare anche in questo modo temperatura e umidità. L’unica caratteristica che differenzia questa soluzione dal tetto caldo è perciò lo strato di aria in più, che permette di controllare meglio l’irraggiamento solare e garantisce perciò più comfort interno. Nelle giuste condizioni la sua presenza può rendere superflua quella della barriera al vapore.

A fronte del maggiore comfort garantito, i tetti freddi sono tra le tipologie più costose perché prevedono una doppia impalcatura in legno o metallo su cui installare il manto di copertura e in cui inserire prese di aerazione per la ventilazione.

Esiste un upgrade di questa soluzione: il cool roof, che aggiunge una sottile membrana o pittura con buon SRI (indice di riflessione solare), cioè un ridotto valore di assorbimento solare e un elevato valore di emissività. È infatti posta sulla copertura per riflettere i raggi del sole ed evitare il surriscaldamento.

Tetto rovescio

Quando l’isolante è posto sopra lo strato di tenuta all’aria e all’acqua, si parla di tetto rovescio, cioè l’opposto del tetto caldo. In questo caso è dunque l’isolante a essere più esposto all’esterno, cioè agli sbalzi di temperatura e agli agenti atmosferici. Questo strato dovrà perciò essere composto di materiali resistenti all’umidità e dovrà soprattutto essere zavorrato, perché non si sposti se esposto a sollecitazioni meccaniche. Il risultato è comunque un tetto più isolante di quello caldo, ma anche più costoso, perché l’isolante deve essere più spesso.

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