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Eco design in ufficio

Eco design in ufficio: come? Dove? Perché?

Sarà anche aumentato lo smart working, ma gli uffici rimangono il centro dell’attività lavorativa per molti. È il momento di ripensarli in ottica green grazie all’eco design, per spazi, impianti e arredi sostenibili.

Non c’è niente di più rappresentativo dell’eco design in ufficio per capire cosa significhi davvero vivere in modo sostenibile. Perché il design sta alla base di tutto ciò che di artificiale utilizziamo, indossiamo, viviamo. Ovvero di tutto ciò che è stato ideato e prodotto con specifici parametri estetici e funzionali. Oltre a ingegnarci su come recuperare e riutilizzare oggetti progettati senza attenzione al loro impatto ambientale, dovremmo allora affrontare il problema a monte, producendo già in maniera ecocompatibile. Si aggiunge dunque un parametro ai due già elencati: non solo estetica e funzionalità, ma anche etica, o, meglio, sostenibilità. N. B. è “sostenibile” tutto ciò che non causa danni né al momento della sua produzione, né del suo utilizzo né del suo smaltimento. Non solo all’ambiente, ma anche alle persone.

L’eco-design è il futuro, ma dovrebbe essere già il presente, almeno nei luoghi che frequentiamo di più. Tra questi, l’ufficio. L’home working aumenterà in seguito alla forzata sperimentazione durante i lockdown, permettendo alle aziende di ridurre costi di mantenimento degli spazi lavorativi e impatto ambientale. Chi invece continuerà a farne uso dovrà ripensarlo da zero, nella struttura, nell’arredamento e nella vivibilità, per ottenere gli stessi benefici.

Sostenibilità in ufficio: da dove iniziare?

È necessaria una buona dose di lungimiranza per scegliere l’eco-design in ufficio, perché le soluzioni ecocompatibili non sono sempre le più economiche. Ma “chi più spende meno spende” e a lungo termine l’eco design ripaga, sia in termini di salute che di risparmio. Secondo il Global Compact dell’ONU, infatti, le aziende che tengono conto degli aspetti green nei loro business plan aumentano le vendite fino al 20%. Inoltre, diminuiscono del 50% il turnover dei dipendenti.

Che si tratti di una scrivania, di un infisso, di un pavimento o di un sistema di illuminazione, un prodotto deve infatti possedere tre caratteristiche, che ne certificano la sostenibilità in tutte le sue fasi di vita. Deve essere:

  • costituito da pochi materiali riciclabili e con minimo impatto ambientale
  • prodotto tramite fonti di energia rinnovabile, che non inquinino e non generino rifiuti
  • atossico e non inquinante, in fase di produzione, utilizzo e smaltimento

Com’è evidente, il quadro è complesso, i fattori da tenere d’occhio sono tanti e ottenere il 100% della sostenibilità è pressoché impossibile. Ma non abbiamo molte alternative se vogliamo tornare a essere ottimisti sul futuro dell’ambiente e delle persone che lo abitano.

L’inserimento dell’eco-design in ufficio, tuttavia, non necessita solo di lungimiranza, ma anche di una buona dose di adattabilità e di disponibilità a modificare le proprie abitudini lavorative. Rendere un ufficio green significa infatti intervenire radicalmente in tutte le sue componenti: struttura, arredi e impianti. Solo così lo spazio lavorativo potrà dirsi ecologico e confortevole, nel rispetto dello Standard ISO 14001, che fissa i requisiti di un sistema di gestione ambientale.

Ufficio green: struttura e impianti

La progettazione degli spazi può gettare le basi per un ambiente green o, al contrario, precludergli ogni possibilità di risultare sostenibile. L’orientamento di una stanza, la quantità di pareti al suo interno, i materiali e le tecnologie utilizzati per la sua struttura e per gli impianti di illuminazione e climatizzazione influiscono enormemente sui suoi bisogni energetici.

Un open space, per esempio, è molto più indicato di un classico ambiente suddiviso in micro-uffici. A maggior ragione se dotato di grandi finestre ben isolate dal punto di vista termico ed esposte a sud, per catturare più luce naturale possibile evitando dispersioni di calore. Ha infatti il vantaggio di sfruttare la luce del sole per illuminare e per riscaldare, permettendo inoltre un più libero ricircolo dell’aria. Serramenti di qualità, magari a taglio termico, vetri isolanti e tende proteggeranno il personale dal caldo estivo, ma anche dai rumori esterni. Sono i principi del design biofilico, che mira a ridurre la necessità di energia per alimentare sistemi di illuminazione e climatizzazione sfruttando proprio la luce e il calore naturali.

L’ideale sarebbe addirittura eliminare il concetto di postazione personale, allestendo l’ufficio con divani, poltrone, tavoli e tavolini, mensole e scaffali, accessibili da tutti a seconda delle preferenze e delle necessità del momento, lavorative e climatiche. In tal modo si darà vita ad ambienti più versatili e più facilmente riutilizzabili. Nel caso in cui fosse indispensabile garantire la privacy e ripartire gli spazi, saranno preferibili pareti di vetro, magari mobili. Nubi acustiche o pannelli fonoassorbenti potranno invece contribuire a ridurre il rumore interno.

Per ottimizzare illuminazione e climatizzazione artificiali è utile dotare l’ufficio di sensori che monitorino i parametri ambientali e che rilevino i movimenti all’interno delle aree di competenza, accendendo e spegnendo i sistemi all’occorrenza, per evitare sprechi. Per quanto riguarda l’illuminazione sarà bene scegliere i LED a risparmio energetico, che diminuiscono l’uso di elettricità.

Infine, il pavimento: in accordo con i principi dell’eco design per ufficio, dovranno essere costituiti da materiali che prevedono poca manutenzione e una pulizia facile e veloce. Il cemento lucidato, per esempio, non richiede l’utilizzo di detergenti specifici o di elettricità.

Eco design per gli arredi in ufficio

Una volta progettato uno spazio green, non resta che dotarlo di tutti gli arredi e i complementi necessari. Anche per quanto riguarda l’arredamento gli imperativi sono tre:

  • materiali biodegradabili, riciclabili, atossici e non inquinanti
  • utilizzo di fonti energetiche green nella loro produzione
  • oggetti riutilizzabili o smaltibili senza inquinare

Esistono ormai in commercio tavoli, sedie e scaffali di cartone riciclato pressato (personalizzabile al 100%) o perfino di foglie secche. Poi coperture per soffitti di plastica riciclata, vernici ecologiche atossiche, prive di materiali di origine petrolchimica, e poi il legno riciclato, versatile e di grande impatto estetico. Come basi per tavoli e sedie si dovrà altrimenti preferire l’acciaio inox alle cromature, prodotte e smaltite con processi inquinanti. Gli eventuali tessuti dovranno essere naturali, come lino, cotone, juta e canapa. Infine, le piante, che migliorano l’umore, la qualità dell’aria ed anche l’estetica ambientale.

Un’ultima raccomandazione: evitare prodotti che contengono formaldeide o formalina, un composto organico volatile altamente tossico e potenzialmente cancerogeno rilasciato da alcuni materiali. Lo stesso vale per il toluene, il benzaldeide, il butanale, l’acetone, l’acetonitrile, che possono causare allergie, irritazioni e, a lungo termine, danni agli organi interni e tumori.

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